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Nuove frontiere percettive

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  1. ianoin
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    Naturalmente,vista la tarda età media,non avremo il tempo di prendere una laurea in Filosofia.
    Ma se tornassi indietro ne prenderei invece una in Matematica,per la quale mi pare,in affollata compagnia,nutri antipatia e diffidenza.
    Matematica,Filosofia,ed alcune altre materie,sembrano cose estranee e inutili ai più.
    Certo la scuola non aiuta a farle tue,ma se strada facendo ti capita di appropriartene,allora ne capisci l'importanza,perchè prima che far parte dei libri di testo,fanno parte di noi.
    In tal senso tali materie sono parimenti importanti,sebbene le mode del tempo facciano primeggiare l'una invece che l'altra.
    Mode che non sono però semplici capricci,ma indicano quale percorso particolare la nostra sociètà umana sta percorrendo al momento.
    Una cosa posso garantirti Mene.
    Questo è il millennio della Matematica.
    Se vuoi attiene solo alla parte meccanica di noi,e perciò provi ostilità nei suoi confronti.
    Ci sarà sempre un a parte insondabile e pregiata dell'uomo.O quantomeno,il pensarlo non è peccato.
    ma il lavoro del presente millennio,già iniziato nel passato,consisterà nello smascherare la natura meccanica di tante cose che per noi attenevano allo spirito puro e insondabile.
    Che il suono abbia a che fare con la meccanica lo sappiamo ormai da un paio di millenni,ma fatichiamo a prenderne coscienza.
    In effetti, cosa altro,se non la musica,sembra elevare in modo così meraviglioso il nostro spirito?
    Dunque, essere o avere?
    Avere la coscienza di essere fatti di numeri.
    Essere sempre alla ricerca di quell'altra parte di noi,che in quanto non fatta di numeri,non è conoscibile,in quanto la matematica è il nostro strumento e il nostro limite nel comprendere il mondo.
    E anche quando tu avessi l'impressione di aver acchiappato una parte di te,di quella specie sfuggente,non potrai comunicarla ad alcuno se non riesci a metterla in numeri.
    Diversamente il rischio è quello di perdersi in giri di parole autoreferenziali.
    Non è che sia sbagliato farlo.Anzi bisogna lasciarsi intatta la libertà di perdersi dietro ai nostri pensieri.E' una parte di noi,e una sua funzione ce l'avrà pure,senza che si debba peccare della presunzione del sapere a cosa serva e a cosa non serva.
    C'è chi si crede in dovere di censurare il nostro amore per il pensiero,in quanto improduttivo,con lo stesso spirito di chi mandava a morte gli Ebrei,gli zingari e gli andicappati un paio di secoli fà.
    Sembra un'eternità,ma non è così,e certe idee sono radicate,vengono da lontano e sono dure a morire.
    In particolare sono dentro anche ad ognuno di chi le critica.
    Diciamo solo che lui è sulla buona strada.
    Mai prendere alla lettera la scienza,pensando che sia qualcosa fuori di noi.E' dentro di noi,ha i nostri limiti,e per quello che ne sappiamo è fatta di numeri.
    Ma non sono,o non dovrebbero essere numeri che servono a tenere la contabilità di un campo di sterminio,sterminio fatto in "nome della scienza",come se la scienza non fossimo noi.

    Edited by ianoin - 28/8/2014, 16:08
     
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230 replies since 15/8/2014, 18:42   5489 views
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