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Nuove frontiere percettive

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    CITAZIONE (ianoin @ 27/8/2014, 17:44) 
    Il pensiero,senza il quale,il pensiero non potrebbe conoscere,non suona bene.

    E' una ripetizione semantica viziata dal contesto!

    CITAZIONE (ianoin @ 27/8/2014, 17:44) 
    Non c'è nessun buon motivo per credere che esista una realtà fatta a priori di oggetti così come noi la percepiamo.

    Su questo concordo.
    CITAZIONE (ianoin @ 27/8/2014, 17:44) 
    L'oggetto,la percezione cioè di qualcosa distinto da altre cose,è il risultato della percezione.
    Questo processo avviene senza l'intervento della nostra coscienza.

    La percezione può essere cosciente e non volontaria (vedi ad es. tutte le forme nascoste e subliminali).
    CITAZIONE (ianoin @ 27/8/2014, 17:44) 
    Quando produciamo scienza invece tale processo è cosciente.Siamo noi a decidere quali oggetti considerare,se gli atomi,se i mobili di una stanza,oppure i Quark,in base al nostro interesse specifico in quel momento.

    Esatto,ma la scienza si avvale della mente in modo strumentale,la filosofia invece studia l'attività mentale o la costruzione di uno stesso pensiero.

    CITAZIONE (ianoin @ 27/8/2014, 17:44) 
    Un suono possiamo vederlo come un oggetto in tal senso.Esso nasce da un "dare importanza a certi dati sensitivi" per lo più provenienti dalle orecchie,e dall'ignorarne altri.

    MI fai ricordare un saggio di Erich Fromm: essere o avere.
    E' la mente che sceglie come costruire l'osservato attribuendogli,sbagliando, una fisicità che non collima con la natura costitutiva del pensiero.

    CITAZIONE (ianoin @ 27/8/2014, 17:44) 
    Così ignorare il rumore di fondo,in quanto appare privo di significato,equivale di fatto a non udirlo,seppure ignorarlo comporta un lavoro.

    Questa condizione ci è permessa dalla selettività della attività attenzionale che può arrivare persino a mascherare alcune realtà evidenti ma volutamente scartate.

    CITAZIONE (ianoin @ 27/8/2014, 17:44) 
    Un lavoro che però vale la pena di fare,secondo il sistema percettivo.
    Il bello della musica è che non porta nessun significato specifico,se non quello che si è cumulato all'interno di ogni data cultura umana per tradizione,e quindi ci permette di viaggiare dentro la sua struttura immaginando i significati che più ci piace,sia che stiamo componendo musica,sia che la stiamo ascoltando.

    Esatto,infatti la cultura ci condiziona,nel bene e nel male,a causa della impronta
    che si è impressa nella nostra personale storia.

    CITAZIONE (ianoin @ 27/8/2014, 17:44) 
    Quando ero giovane c'era una trasmissione a puntate su non ricordo quale guerra.
    la sigla era la sagra della primavera di Stravinsky,ma io non lo sapevo.
    Per me quella musica era una musica guerresca.
    Poi ho fatto fatica ad associarla alla primavera,quando ho saputo cosa descrivesse.
    Però ce l'ho fatta.

    Questo è l'effetto di un imprinting che la psicologia sperimentale ha ampiamente trattato.
     
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